venerdì 10 ottobre 2014

Gli schiavi di Luigi Natoli

Romanzo storico, pubblicato per la prima volta in appendice sul Giornale di Sicilia nel 1932 e con la casa Editrice Sonzogno nel 1936.
Considerato dallo scrittore una delle sue opere migliori, è pubblicato oggi, dopo settantotto anni, dalla casa editrice I Buoni Cugini Editori di Ivo Tiberio Ginevra.
Ambientato in Sicilia durante la seconda guerra servile nel 120 a.C., narra la storia di Elio di Centuripe, uomo libero divenuto schiavo contro la sua volontà. Narra della sua lotta contro i romani, dei suoi amori, del suo peregrinare all'interno di un contesto storico ricostruito alla perfezione come solo Luigi Natoli sapeva fare.
Narra di Atenione, uno schiavo, un uomo, un eroe da cui Spartaco avrebbe dovuto imparare.
Così l'autore ci presenta il protagonista, Elio di Centuripe:
"Caio Cecilio andava osservando ad uno ad uno quei poveri schiavi; li osservava e domandava al mercante le loro qualità e perché fossero schiavi. Si fermò dinanzi ad un giovane di circa vent'anni. Era alto e muscoloso e mostrava di possedere una forza fisica superiore agli altri, una forza morale, quasi la conoscenza del proprio valore, e un rispetto verso di sé, da non aver confronti. Era di carnagione abbronzata dal sole, ma bianca in se stessa, con i capelli castani e sul volto una leggera lanugine bionda; il naso diritto, la bocca bella ma sdegnosa, il mento quadrato; ma gli occhi scuri e grandi avevano una finezza e nel tempo stesso un fascino tale che attirava la simpatia di chi lo mirava.
Caio Cecilio lo guardò in silenzio, lesse il cartello: "Bionte, soprannominato Elio, nacque in Cirene nel 632 di Roma, atto a qualunque ufficio".
 
E così ci presenta Atenione, grande eroe della seconda guerra servile in Sicilia: "Atenione era un bell'uomo, nativo di Cilicia, ridotto in servitù per cagione di guerra; aveva riputazione di conoscere le virtù delle erbe, leggere negli astri e trarre gli auspici dai segni animali, dalle piante, dei fenomeni meteorologici. Gli schiavi gli volevano bene, e lo avevano in conto di medico, consigliere, aruspice; sicchè automaticamente egli, mentre era l'intendente di Caio Cecilio, era diventato il capo ed il pastore di quella mandra".

Ed ancora: " Intanto un altro schiavo, Atenione di Cilicia, sollevava in armi altre torme di schiavi in Segesta".
 
E in seguito: "Intorno ad Atenione si affollarono i più per ucciderlo; molti sotto la sua spada caddero; egli fu ferito da due soldati romani che volevano scavalcarlo e finirlo. Ma Atenione uccise i soldati e non cadde. V'era intorno un mucchio di morti e di feriti...Atenione, sanguinante, lacero, pareva il genio della morte e della distruzione".

Così l'editore I Buoni Cugini editori di Ivo Tiberio Ginevra presenta il volume: "Restituiamo con orgoglio alla collettività Gli Schiavi, uno dei romanzi più belli e completi dati dalla penna di Luigi Natoli. Un'opera della quale lo scrittore andava fiero considerandola fra le sue migliori.
"Voglia perdonare l'appassionato lettore, la farcitura di note fatte al testo da parte dell'editore e contrassegnate dalla sigla n.d.e., anche per distinguerle da quelle dello stesso Natoli, ma è parso necessario operare in tal senso per far risaltare la cultura e il genio creativo dello scrittore, dato che le vicende dei suoi eroi sono sempre ricostruite con tale ricchezza di particolari, di nomi, di toponomastica, di versi, di costumi e quant'altro, da lasciare a bocca aperta il lettore e arricchire di conoscenze anche lo studioso."
 
 
 

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